Gender Equality Index, l’Europa fa progressi (e anche tanti) 

Il Gender Equality Index (Indice per l’Uguaglianza di Genere) dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) ha recentemente registrato un risultato eccezionale, segnando un decennio di progressi in Europa nell’ambito della parità di genere. Questo indice rappresenta uno strumento fondamentale per valutare il grado di uguaglianza tra uomini e donne nei vari Paesi del Vecchio continente, ed è stato utilizzato da istituzioni europee per monitorare gli avanzamenti in questo settore cruciale.

Secondo le ultime rilevazioni dell’EIGE, l’Indice sull’Uguaglianza di Genere ha superato la soglia dei 70 punti, raggiungendo la cifra di 70,2 punti. Ciò significa un incremento di 1,6 punti rispetto all’anno precedente, e il risultato segna un record dal momento dell’istituzione di questo indicatore, dieci anni fa. L’andamento positivo si riscontra anche in Italia, dove l’Indice ha segnato un aumento, raggiungendo 68,2 punti su 100.

Miglioramenti su temi sensibili

L’Unione Europea e l’Italia stanno compiendo progressi significativi nel campo della parità di genere, un settore tradizionalmente caratterizzato da miglioramenti molto lievi. Tuttavia, questi dati promettenti richiedono un impegno continuo nel tempo attraverso misure e interventi mirati al fine di garantire una reale parità di genere.
Nonostante i progressi, alcuni Paesi europei, come la Francia e la Finlandia, hanno registrato una diminuzione nei loro punteggi di Gender Equality Index nel 2023.

Le aziende danno il buon esempio

A livello europeo, i miglioramenti più significativi nella parità di genere si sono verificati all’interno dei consigli di amministrazione delle aziende. La percentuale di donne nei board aziendali è cresciuta dal 12% nel 2010 al 33% nel 2023, mentre nei parlamenti nazionali il progresso è stato più modesto, passando dal 25% al 33% nello stesso periodo.

Luci e ombre sulla situazione italiana

In Italia, il Gender Equality Index ha registrato una delle crescite più significative dal 2010, con un aumento di quasi 15 punti e un punteggio di 68,2, seppur inferiore alla media europea (70,2). Questo evidenzia sia progressi importanti sia la necessità di ulteriori azioni. Settori come la salute hanno fatto registrare miglioramenti notevoli, con un punteggio di 89,2, superiore alla media UE. In particolare, l’accesso alle cure sanitarie ha ottenuto un punteggio eccezionale di 98,6 su 100.
Anche le attività assistenziali hanno visto un aumento di 13 punti negli ultimi 3 anni. La presenza femminile nelle commissioni parlamentari sull’ambiente e i cambiamenti climatici è del 40%, superiore alla media europea del 30%.

Nel mondo del lavoro c’è molto da fare

Al contrario, settori come la cultura e il business hanno ottenuto punteggi inferiori, rispettivamente 60,8 su 100 e 65 punti su 100, sebbene il lavoro mostri un incremento annuale di 1,8 punti. Nel mondo del lavoro, l’Italia si colloca all’ultimo posto tra gli Stati membri dell’UE, soprattutto per gli indicatori di “segregazione e qualità del lavoro” e “partecipazione delle donne”.
Questa disparità è evidente nei settori dell’energia e dei trasporti, dove le donne sono notevolmente sottorappresentate. Nell’ambito dell’istruzione, le laureate in studi scientifici e tecnologici rappresentano solo il 40% del totale nel 2021.